Pensieri e parole

Finalmente un governo che conosce e capisce.

Noi imprenditori creiamo ricchezza. Brava. Creiamo ricchezza, e non solo in Italia. Pago ben due euro e cinquanta all’ora, a tutti i marocchini, siriani, pachistani o cosa diavolo sono, che lavorano per me. Due euro e cinquanta netti, visto che sono al nero.

Brava. Le tasse sono un vero e proprio pizzo che lo Stato pretende di farci pagare. Ma come: io lavoro e tu pretendi che paghi le tasse? Non è pizzo, questo? E perché, poi, pagare? Per la sanità? Ma se io ho pagato mille e duecento euro al giorno, alla clinica privata dove mia moglie ha partorito! E quando sono stato al pronto soccorso per quel piccolo malessere, quella volta della cocaina, beh, che ne sapevo di dove mi portavano, quegli imbecilli del 118?

Perché pagare le tasse? Per l’Università ai miei figli? Ma se papà, buonanima, ha dovuto pagare fior di quattrini per farmi laureare! Ha pagato i professori e voi pretendete che paghi anche le tasse?

Finalmente un governo che ci capisce.

E un ministro della Giustizia all’altezza, per una volta. Perché dovrebbe accorciare la durata dei processi? Per avvicinare la condanna per molestie, che quella sgualdrina della mia ex segretaria aspetta da dodici anni? Il Ministro, invece, si occupa di cose più importanti: ha detto chiaro e tondo che persino gli imprenditori onesti non ce la fanno a pagare le tasse. Se lo dice lui, che è Ministro della Giustizia, sarà vero! E sarà anche vero che lo conosce, qualche imprenditore onesto…

Cerco di tradurre quello che voleva dire il Ministro: non solo devo produrre ricchezza, comprando lo yacht da mezzo milione di euro, dovrei anche pagare per l’attracco al porto? E la tassa sulle due Ferrari? E quella sulla villa al mare? E quella sulla villa in montagna?

La verità è che ha fatto bene Briatore a trasferire la residenza all’estero.

Perché io sono fiero di essere italiano. E il governo italiano è fiero di me. Ma se poi pretendete pure che io, in Italia, ci paghi le tasse, allora…

Luciano Arciuolo