Da “L’infinito” di Leopardi ai sogni e ai desideri di ragazzi di tredici anni.
La siepe, che nella poesia “L’infinito” da limite fisico diventa stimolo all’immaginazione, oggi ha preso la forma di una stanza in cui i nostri ragazzi sono stati confinati a lungo per le restrizioni imposte dalla pandemia. La scrittrice Virginia Wolf diceva: “non c’è nessun cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”. Sperimentare la forza dell’immaginazione nei periodi in cui ci sente meno liberi fuori può aiutare a riscoprire una diversa e forse più alta forma di libertà.
Prof.ssa Maria Varricchio
L’infinito
La vita che siamo costretti a vivere non è come la vorremmo. È una vita infelice, colpita, ferita dalle taglienti parole altrui, parole che ci portano a porci un’unica domanda: qual è il senso della nostra vita, quello forse di vivere in un mondo terrificante, crudele, circondato da dolore e sofferenza? La verità è che l’unica risposta a questa domanda è smettere di porsela e semplicemente chiudere gli occhi. Chiudendo gli occhi possiamo immaginare di star facendo tutto quello che abbiamo sempre avuto paura di fare a causa di quelle parole che tanto feriscono. Essere dove vogliamo, con chi vogliamo, quando vogliamo e come lo vogliamo. Semplicemente essere, ma in mondo completamente nuovo, ferito forse, ma le cui ferite sono state curate dall’immaginazione. Perché in un mondo come questo immaginare è l’unico modo per evitare il dolore. Il mondo ti spaventa? Trasforma quella paura in serenità. Il mondo ti causa sofferenza? Trasforma quella sofferenza in gioia. Il mondo sta per caderti addosso? Portati lontano dal mondo, perché anche la più piccola scintilla di immaginazione causata dalla più improbabile delle situazioni, basta per creare una via di fuga dalla realtà per permetterti di vivere felice in un mondo che è finalmente come lo vuoi tu.
Sabrina Nicastro 3 A
Una realtà diversa
Personalmente credo che non si possa immaginare o sognare una realtà diversa da quella in cui viviamo. In questo periodo di pandemia abbiamo solo immaginato e sognato la normalità , che ci manca e non possiamo negarlo; ci manca il poter uscire senza ricordare di prendere la mascherina come ultima cosa, ci manca il poter vedere ed abbracciare i nostri amici e parenti, poter andare a scuola e forse lamentarci per i troppi compiti o per i professori ma alla fine adorarla per il solo motivo di parlare con i compagni ,ridere con loro e fare tutte quelle cose che attraverso uno schermo non si possono fare. Ci manca la normalità che forse ci faceva star male ma tutto ciò che ricordiamo di essa è la felicità, se ci facciamo caso, prima ci sembrava tutto normale, invece oggi ogni singola cosa ci sembra strana. Con il concetto di sognare invece prendiamo tutto dai nostri sogni, dai nostri desideri, da ciò che vorremmo diventare o fare in futuro ma questa non è una semplice fantasia o immaginazione perché se mettiamo tutti noi stessi in una cosa, questa si avvera per quanto impossibile possa sembrare. E quante volte abbiamo paura di dire i nostri veri sogni? Beh, tante specialmente noi ragazzi perché ci sembrano strani, da stupidi, ma se ci crediamo nulla ci sembrerà così. Questa è la realtà e la realtà è brutta, piena di sofferenze, dolore e tristezza ma scappare da questa non ci aiuta anzi dobbiamo superarla perché alla fine ci sarà la felicità e potremmo dire di avercela fatta, di aver trovato la felicità nelle piccole cose perché questa c’è, c’è sempre stata e forse siamo noi umani che dovremmo sforzarci nel vedere il mondo con occhi diversi. Alcuni oggi si lamentano perché devono star chiusi in casa per colpa della pandemia, ma non siamo i primi, prendiamo come esempio Anne Frank, una ragazza della mia età anche essa costretta a star chiusa in casa con la sola differenza che se noi parliamo troppo non rischiamo di morire, se noi facciamo rumore non rischiamo di morire e forse le persone dovrebbero iniziare a vedere la cosa sotto questo punto di vista. Ma noi ed Anne Frank abbiamo una cosa in comune, ovvero stiamo entrambi combattendo contro un nemico che uccide, solo che il nostro nemico, quello di oggi, è invisibile e non meno pericoloso.
Domenica Chieffo 3B
L’infinito
L’infinito… che strana parola per noi esseri umani.
Questa parola ci suona strana solamente per un motivo, perché viviamo le nostre giornate con la consapevolezza che l’infinito non esiste. Ma io non credo davvero sia così.
Penso che bisogna cercarlo anche nelle cose più banali. L’infinito lo possiamo trovare osservando l’orizzonte, ad esempio, il mare, le montagne, il cielo. Questi sono solamente alcuni esempi ma si può scoprire ovunque. Per trovarlo dobbiamo liberare la nostra mente ed immaginare.
Quando guardo il mare o le montagne starei lì anche per giorni ad osservare la loro bellezza.
Questi momenti permettono di vedere l’infinito e vedere oltre a quello che c’è di concreto.
L’infinito non è nient’altro che la nostra speranza, qualunque speranza.
Chiara Italia Nicastro 3^A
(da Fuori dalla Rete, Maggio 2021, anno XV, n. 2)
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