Primo corso di analisi sensoriale sul tartufo in Campania

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Primo Corso realizzato in Campania, inserito nel più ampio Progetto pilota sviluppato dall’Osservatorio per la produzione di piante micorrizate con specie di tartufo campano ( A questo progetto ha lavorato anche il “nostro” Luca Branca, ndr).


Il Corso destinato a 20 utenti, si é tenuto nei giorni 29, 30 e 31 marzo, dalle ore 9 alle ore 18, presso la Sala Conferenze dell’Osservatorio. Tre giorni di lezioni e approfondimenti per imparare a sentire il profumo dei tartufi campani, il Bianchetto Tuber borchii e il Tartufo di Bagnoli Tuber mesentericum.

Il Corso ê stato svolto dalla “Good Senses” di Brescia, società specializzata in analisi sensoriale, leader in Italia per l’esperienza maturata nell’organizzazione di corsi specifici e per aver sviluppato metodologie e protocolli scientifici.

Obiettivo del corso è stato quello di arrivare a formare, anche nella nostra Regione, giudici qualificati, capaci di codificare le caratteristiche organolettiche dei tartufi campani attraverso l’analisi sensoriale.

Il Corso si inserisce nella più ampia attività di valorizzazione del tartufo in Campania organizzata dall’Osservatorio, impegnato dal 2016 nel Progetto pilota per la produzione a livello sperimentale di piantine micorrizate con specie di tartufo di origine autoctona.

Il Progetto è portato avanti dall’Osservatorio con la collaborazione del Centro Regionale Sperimentale di Moltiplicazione e Certificazione di materiali vegetali della Regione Campania, dall’azienda regionale Improsta, del CREA-Of, dell’Associazione Tartufai della Campania, del Gruppo di progettazione formato dai funzionari regionali Salvatore Apuzzo, Luca Branca, Pasquale Santalucia, Agnese Rinaldi, da Enrica De Falco componente del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio e da Michele Caputo, esperto formato dall’Osservatorio nelle prime fasi del Progetto presso l’Università di Perugia, Ateneo di antica tradizione e consolidata esperienza nello studio e valorizzazione del tartufo.

Le attività svolte hanno portato all’effettiva produzione di piantine di specie forestali autoctone micorrizzate con spore di tartufo campano.

Le piantine ottenute e verificate, sono state utilizzate per l’allestimento di tartufaie coltivate sperimentali, distribuite in aree vocate e rappresentative delle Province di Salerno, Avellino e Caserta.

«Nell’ambito del Progetto è stata avviata anche la sperimentazione per la produzione di piantine di nocciolo micorrizate appartenenti a specifiche varietà, tra le quali la Tonda di Giffoni; tale produzione rappresenta un settore di grande interesse per il mondo agricolo campano», spiega la Prof.ssa Enrica De Falco, componente del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio.

«Fin dall’inizio, il Progetto è stato accompagnato da una intensa attività di divulgazione dei risultati raggiunti e dalla formazione di operatori del settore mediante convegni, seminari, corsi e attività in campo che hanno riscosso un ampio successo – sottolinea la Prof.ssa Mariagiovanna Riitano, Presidente del Consorzio Osservatorio dell’Appennino Meridionale – Sono state realizzate, inoltre, numerose pubblicazioni scientifiche in materia nonchè la “Guida breve alla raccolta e commercializzazione del tartufo in Campania”. Quest’anno, dopo il Corso di analisi sensoriale, l’attività dell’Osservatorio continuerà con approfondimenti sulla componente qualitativa del tartufo e con la promozione e divulgazione dell’uso del prodotto».

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