Putin non si nasconde più

di Gino Di Capua

Nel suo discorso di alcuni giorni fa al Cremlino, in cui annunciava l’annessione dei territori occupati all’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin è stato chiaro: ha promesso che il suo Paese “difenderà la sua terra con ogni potere e mezzi” a sua disposizione, contro chiunque cercherà di ostacolare la sua azione militare in Ucraina dovrà fare i conti con “conseguenze mai sperimentate nella storia!”

Una chiara minaccia implicita all’uso delle armi nucleari. Questa minaccia si unisce a una miriade di altre minacce propagate da Putin e dai suoi uomini a causa delle ultime sue sconfitte nella guerra in Ucraina. Oggi, la Russia possiede il più grande arsenale nucleare del mondo, con circa 6’000 testate, che corrispondono a quasi la metà di tutte le armi nucleari esistenti a livello globale. L’Occidente è sempre più preoccupato. Il rischio di un conflitto nucleare mette in allerta il mondo intero. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha affermato che l’amministrazione di Washington prende le dichiarazioni di Putin, sulla questione, con “molta serietà” ed ha avvertito di “conseguenze catastrofiche” nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari, senza specificare esattamente quale sarebbe stata la risposta americana in un caso del genere. Dal lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, la tecnologia nucleare si è notevolmente evoluta, diventando più complessa. Inoltre, la varietà di ordigni permette di eseguire attacchi sia su larga scala, che mirati, con una gittata maggiore e una forza distruttiva enormemente superiore. Come sarebbe una guerra nucleare, oggi, per il mondo?

Le armi nucleari odierne sono molto più compatte, precise e potenti di quelle utilizzate nella Seconda guerra mondiale. Ciò significa che una guerra nucleare avrebbe effetti devastanti per la Terra. Oltre a uccidere milioni di persone all’istante, le esplosioni nucleari creerebbero delle onde di luce visibile, infrarossa e ultravioletta che, combinandosi, produrrebbero una sorta di grande palla di fuoco molto calda capace di bruciare qualsiasi cosa e di creare ustioni di terzo grado in un raggio molto esteso. Rimane la domanda che tormenta la mente di tutti: “ma se …” ma se una guerra nucleare scoppierebbe tra le due più armate potenze del mondo, sarebbe l’apocalisse? La fine della specie umana?

La risposta è “probabilmente no”, perché solo le città, le infrastrutture e le concentrazioni militari dei Paesi sviluppati sarebbero distrutte, lasciando intatti i continenti dell’emisfero sud. Al Nord, la distruzione sarebbe  puntuale e nessun effetto cumulativo aggiungerebbe la potenza dell’evento che spazzò via i dinosauri.  Non sarebbe la fine del Mondo, ma a fine di “un Mondo” e il fallimento di una forma di sviluppo che farebbe prevalere la scienza su quella spirituale.  Altre forme di civiltà si sarebbero poi sviluppate dai sopravvissuti del nord e dei paesi del sud.  Questi sarebbero stati più saggi nell’uso delle armi più rudimentali che avrebbero a disposizione? Non lo sappiamo.

Gino Di Capua

(da Fuori dalla Rete, Ottobre 2022, anno XVI, n. 4)

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