Raccolta castagne “Nei terreni privati è considerato reato”
Italo Vallebella - Il Secolo XIX
Di chi sono le castagne che cadono dagli alberi in questo periodo? Di tutti? Sembrerebbe la risposta più logica nell’ottica di quella che è una tradizione del momento. Ma la realtà è diversa.
Che le castagne siano lì per essere raccolte da chiunque non è una verità assoluta. Anzi, se la legge venisse applicata si potrebbe arrivare, in alcuni casi, in linea teorica, anche ad una denuncia per furto. Motivo? I boschi spesso, anche se non cintati, sono di proprietà privata. E se un bosco è pulito, con le castagne a terra che si raccolgono facilmente, è molto probabile che a curarlo sia il proprietario con la speranza, poi, di tenere per sé il raccolto. Certo, nella maggior parte dei casi i boschi ( e, in questo caso, i castagni) appartengono a proprietari che non sanno di esserlo. Ma questo nulla toglie alla domanda iniziale: “Posso raccogliere le castagne in questo bosco?”.
A sollevare la questione è Ugo Righi, presidente della Fima Chiavari, guardia ambientale ma, sopratutto, esperto di entroterra. “Non è certo mia intenzione promuovere il divieto di andare per castagne -sottolinea Righi- ma vorrei che la gente riflettesse, perché se il proprietario non è tenuto a cintare il suo terreno magari lo cura tutto l’anno. Poi arriva e non trova più nulla. Alla mia famiglia succedeva nei boschi di proprietà puliti dalle foglie per facilitare la raccolta delle castagne. I miei genitori andavano nel bosco per raccogliere le castagne che sarebbero diventate farina per fare castagnaccio e torte. Ma non trovavano nulla e montava la rabbia.
Insomma non tutto quello che si trova nell’entroterra (vale anche per i frutti di stagione) è a disposizione di tutti. “Prima di organizzare un’uscita nei boschi per castagne -dice Righi- sarebbe opportuno chiedere alle autorità locali o alla polizia locale in quali zone si intenda andare per castagne per essere certi di non invadere una proprietà privata. È una forma di rispetto verso gli altri anche se, in realtà, sarebbe un vero e proprio rispetto della legge”. A voler essere pignoli, infatti, prelevare castagne da un bosco privato significa commettere un furto. “ pertanto si rischia una denuncia penale – sottolinea ancora Righi. Certo, la procedura è complicata: il proprietario dovrebbe cogliere sul fatto i colpevoli e avvertire le forze dell’ordine. Caso limite? Certo, ma potrebbe anche accadere. Quindi meglio applicare il buon senso”. Infine occhio ai quantitativi che si raccolgono. Forse non tutti sanno, infatti, che la legge regionale indica una raccolta massima giornaliera a testa di castagne: due chili. Anche in questo caso essere sanzionati è raro ma rientra nella filosofia del buon senso”.
Italo Vallebella – Il Secolo XIX
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