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Gentile Presidente,
le voglio dire una cosa molto semplice: i paesi italiani sono un patrimonio che nel mondo abbiamo solo noi, ma lo stiamo rovinosamente sprecando. Manca il lavoro e mancano i servizi essenziali: scuole, trasporto, sanità. Sono mancanze dovute a precise responsabilità politiche di tutti i governi dal dopoguerra ad oggi. Non credo ci sia mai stato un governo che abbia affrontato con forza la questione dei paesi e ciò per il semplice fatto che non è mai stata vista. Ci sono cose che saltano subito all’occhio: mediamente ormai nelle terre alte c’è una casa aperta e dieci chiuse. Le politiche contro lo spopolamento si sono rivelate inefficaci. Il risultato è che non solo i paesi continuano a perdere abitanti, la cosa più grave è che perdono senso, stanno diventando il luogo di una vera e propria bancarotta antropologica.
Lei dovrebbe chiedere al Parlamento di riunirsi in seduta congiunta per parlare dei problemi e delle opportunità che offre l’Italia interna. Lei dovrebbe stimolare il governo a prendere provvedimenti urgenti che non siano solo di natura finanziaria: i paesi non si salvano solo coi soldi.
Bisogna provare a puntellare l’esistente e nello stesso tempo a inventare qualcosa di nuovo, dando molto spazio ai ragazzi. Ci vogliono tante premure e anche molta fantasia. La transizione ecologica forse dovrebbe essere una transizione verso i paesi. E questo non vuol dire ripiegamento paesano, ma consapevolezza che i paesi possono diventare strumenti per fare futuro più che per rimpiangere un passato glorioso che non hanno mai avuto.
Franco Arminio, Bisaccia 22 gennaio, 2023
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