Terremoto del 1980, l’Irpinia non era classificata zona sismica

di Lucio Garofalo

Una breve riflessione in occasione del 41esimo anniversario del terremoto del 1980.


Un fenomeno tellurico è un “evento naturale” di portata più o meno estesa e distruttiva. Esso è provocato dall’intensa energia rilasciata dalle profondità della Terra, ma i suoi effetti rovinosi possono essere aggravati da fattori di origine antropica e culturale, ovvero da concause quali gli interessi e i profitti economici, o le decisioni politiche.

Ad esempio, i danni ingenti prodotti dal terrificante terremoto del 1980 sul tessuto abitativo ed urbanistico di Lioni, il mio “borgo natio” ed uno dei centri più colpiti dell’area del “cratere sismico”, scaturirono anche da criticità e squilibri riconducibili alle gravi speculazioni edilizie, oppure ad inadempienze legislative ed amministrative in atto negli anni precedenti al 1980, sia a livello locale, che nazionale.

Tant’è vero che Lioni e gli altri Comuni dell’Alta Irpinia, rasi al suolo e disastrati dal cataclisma del 23 novembre 1980, non erano stati classificati in quanto “zona sismica”!

Eppure, di avvenimenti tellurici catastrofici era già “costellata” la storia secolare del nostro territorio. Basti pensare ai precedenti storici del giugno 1910, luglio 1930 ed agosto 1962. Giusto per rammentare i casi a noi più “recenti” ed anteriori al 23 novembre 1980.

Per la classica serie: “la storia è maestra, tuttavia non ha scolari”. La storia si ostina ad impartirci i suoi preziosi ed utili insegnamenti, ma invano. Come ci ha confermato la terribile e straziante esperienza del 23 novembre 1980…

Lucio Gatofalo


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