Sole e natura, il Laceno descritto da Carmelo Pittari

Il Quotidiano del Sud

Siamo alle porte dell’estate. Tra poco tempo ci butteremo alle spalle questo lunghissimo interminabile inverno e ci ritroveremo “come le star” sulle italiche spiagge a bere aranciata e coca cola e pure l’estathè. Dimenticheremo in fretta questa maledetta pioggia e il freddo della stagione invernale. Ci squaglieremo come ghiaccioli sotto il sole.

Hai programmi per questa estate? Dove vorresti andare? C’è sempre il Salento, quello è gettonatissimo, poi c’è la costa Smeralda, poi ci sono le coste calabre, c’è anche il Cilento, insomma, sono tanti posti belli. Però sai, quest’estate ho bisogno di qualcosa di diverso. Un po’ di mare fa bene e questa cosa è assodata, anche la montagna fa bene, converrebbe fare un po’ quello e un po’ quell’altro mari e monti. Per il mare… bhè avimma i p’fforza di cose lontano da Avellino, a meno che il Padre Eterno non porti il mare sotto casa. Passiamo alla montagna e se restassimo in Irpinia? no, no, mica a casa… ci sono tanti posti buoni. Qua si potrebbero organizzare belle vacanze. Che ne pensi del Laceno? Stiamo tranquilli tranquilli, un po’ di sole in montagna con un bel laghetto tutto per noi, ci rilassiamo.

Si, mi hai fatto venire voglia di Laceno, quasi quasi ci andiamo noi con questa voglia matta di Irpinia, di storie del passato, di belle letture, con questa voglia matta di scoprire ogni giorno quello che è già stato scoperto, con i nostri occhi, con le nostre sensazioni. Si, tu sei come me, anche tu hai questa gran voglia d’Irpinia che non ti lascia riposare. Ogni buco di tempo libero è buono per una scampagnata, per un viaggetto on the road sulle nostre trafficatissime strade e ti accorgi proprio in quei momenti che la gente ha il denaro, quando resti imbottigliato in mezzo al traffico. Allora si va, si va sempre più avanti. Andiamo al Laceno. Va bene?

Tu, si proprio tu che stai leggendo, dico a te, lo sai che Carmelo Pittari scrisse bellissime parole sul Laceno, si propose ai lettori di una vecchia Guida alla Campania un bel viaggetto in Irpinia, destinazione Bagnoli. Ti fa venire voglia di metterti in macchina e di raggiungere questo bellissimo luogo. “Quando si arriva qui nella piana del Laceno, – scrive Carmelo Pittari- circondata dai Monti Picentini, illuminata dal sole, sembra di essere arrivati nel cuore della montagna irpina, un cuore generoso e caldo, non un cuore di pietra, cuore vivo, venato da acque limpide e freschissime, coperto di prati e boschi rigogliosi, umano in rare espressioni (per inostri tempi) di semplicità e cortesia.

 

Chi il rapporto uomo-natura acquista maggiore valore e forse ritorna al valore ancestrale della creazione, della convivenza naturale dove l’uomo trae dalla natura incontaminata i benefici effetti dell’aria, della campagna, delle acque, della neve e la natura ottiene dall’uomo in cambio, un grato rispetto, se non una profonda ammirazione. Quando si arriva qui al Laceno, viene spontaneo parlare piano, piano, per non rompere il silenzio della grande pianura dove soltanto le pecore sembrano autorizzate a belare ogni tanto e il bue a muggire come un monumento mentre nei campi liberi e fecondi sbircia una bella vitella che gli pascola accanto. Qui i pesci de lago, tinche, cefali carpe e trote, non hanno la malizia della sardella tradetora e sbrevognata del famoso guarracino napoletano, non si scontrano, come nella canzone , in torride battaglie sottomarine di popolo intrigante, intollerante, fazioso e litigioso<<<<, questi sono pesci semplici, di paese, buoni come i pastori di queste montagne, sono pesci che credono ancora all’uomo gentile della città che, a fine settimana, viene loro a portare vermetti freschi e saporiti e anguille trasparenti, appena catturate sul greto dello stesso lago o di un vecchio ruscello. Gli uomini del Laceno, non sono rimasti all’ingenuità dei pesci: sono persone accoglienti, gentili, ospitali, ma hanno gli occhi bene aperti, lungimiranti, hanno saputo e sanno guardare al di là della corona dei monti, sanno di avere una stazione ideale per il turismo estivo e per quello invernale e vogliono che ciò si sappia in tutto l’Italia, in tutto il Mondo, lo vogliono con una tenacia forgiata nel bagno delle dominazione longobarde, normanne, spagnole e borboniche e delle guerre e dell’emigrazione per sopravvivere e delle rovine dell’ultimo terremoto dell’ottanta, lo vogliono con la determinazione propria di chi non ha altra risorsa che il turismo.”

 

Che il bue ruggisce solenne, come se fosse un monumento. Avete mai sentito il ruggito del bue del Laceno? No? Allora dovete mettervi in macchina e venire fino a qua, poi dovete trovare per forza di cose un bue che ruggisce solenne… lo troverete certo, lo troverete. Il bue che ruggisce sbircia sempre una bella vitella che sta per i fatti suoi, facile trovarlo, lo troverete subito. Di solto è quello che va alla caccia delle belle vitelle. E i pesci? Bhè quelli aspettano con ansia l’uomo buono della città, il napoletano, che viene qui a portare loro, a questi pescetti, vermetti freschi e saporiti. Sono pesci ingenui, li fanno sempre fessi. Loro si, ci credono a cosa non ho mai capito, forse a fare qualcosa di diverso a un mondo che non esiste. C’è sempre un signore della città che ti frega con un vermetto fresco, ricordatelo. E gli uomini del Laceno, come ricorda Pittari, non sono ingenui come i pesci sono molto accoglienti e hanno occhi ben aperti. Vengono i napoletani a spendere, loro, i napoletani amano i nostri posti, certo, venimmo pecchè è vicino, un posto così, un posto tipo Paradiso, lo ricordano tutti, i primi furono i napoletani. E poi vennero gli altri. Si sparse la voce, un poco di sole e verde a pochi passi dalla metropoli. Ma chi è stato il pioniere del turismo moderno a Laceno? Per Carmelo Pittari non ci sono dubbi. “Ma il pioniere del turismo moderno a Laceno è stato (…) Aniello Capozzi, un bagnolese intelligente, ecclettico pieno di iniziative. Fotografo e cacciatore, innamorato della piana del Laceno, allora ricca di quaglie, fagiani, cinghiali. Capozzi era anche corrispondente del Banco di Npoli e scriveva sul Corriere dell’Irpinia. Doppietta in spalla ma soprattutto macchina fotografica, egli scopriva e faceva conoscere attraverso la stampa le bellezze naturali ed artistiche della zona, con la gioia di comunicare agli altri le sue sensazioni di meraviglia e di ammirazione di fronte ad uno squarcio di sole in una foresta di faggi (…) Aniello Capozzi agli inizi degli anni cinquanta sostenuto da altri estimatori di questa zona stupenda, costruì la prima locanda sul lago. La Taverna Capozzi con altri villini intorno. Cominciarono allora a venire i primi villeggianti che furono napoletani.

Il Quotidiano del Sud

(Foto tratte dal sito www.paesaggiirpini.it)

Commenti

Ti invitiamo a reastare in tema, essere costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Palazzo Tenta 39 si riserva comunque il diritto di allontanare le persone non adatte a tenere un comportamento corretto e rispettoso verso gli altri.