Ottobre si caratterizza per la raccolta delle castagne e per l’ appuntamento atteso da tanti bagnolesi voglio qui scrivere alcune note storico- nutrizionali.
La diffusione del castagno è dovuta agli antichi Romani che ne favorirono l’uso in tutta Europa centro-meridionale (v. foto). Nel Medioevo, furono gli ordini monastici a diffondere la coltivazione della pianta, ma anche il re longobardo Rotari e Carlo Magno se ne occuparono. Dopo l’anno Mille le ricorrenti crisi e carestie spinsero ad aumentarne la diffusione in modo notevole in Piemonte, Liguria, Toscana, Campania e Calabria. Durante l’Ottocento si raggiunse il massimo storico della produzione dei frutti e ai giorni nostri ricopre il 7,5 % della superficie forestale italiana. Tre sono le specie principali .
L‟ albero europeo (castanea sativa Miller) può raggiungere i 30 m di altezza con frutto medio-grosso (10-25 g) e polpa bianca / color crema. Il tipo giapponese (Castanea crenata S.) invece raggiunge i 15 m di altezza e un frutto anche oltre 30 g ma meno pregiato ( la “pellicina” si stacca con difficoltà) . C’ è poi la varietà cinese (Castanea mollissima B) . Al nord piccole ( < 15 g), di colore brillante e dolci , nella regione subtropicale piu’ grandi (15-20 g) con più amido. E’ resistente al cancro della corteccia ma sensibile al cinipide come purtroppo sappiamo !
La castagna per il suo contenuto di carboidrati ha discrete calorie : 287 Kcal essiccata ( 170 Kcal fresca) , una buona digeribilità , poche proteine ma con tre amminoacidi essenziali .Ha pochi grassi, molto potassio (780 mg a secco) e poco sodio e vitamine per lo più folati (60 mcg). Questi ultimi due aspetti positivi per il benessere cardiovascolare. Una buona presenza di fibra insolubile che regola il transito intestinale.
Nella farina poi si arriva a 14 gr di fibra, valore alto se pensiamo che nel grano ne ha solo 3,3 gr.
Finisco ricordando inoltre che la farina non contiene glutine e perciò adatta ai celiaci.
Marco D’Alessandro
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