Tre briganti e tre somari (Domenico Modugno, 1961)

di Luciano Arciuolo

Un pugno di mosche. Questo ha conquistato, in Europa, la Meloni. Ed è restata quasi sola, trattata sostanzialmente a pesci in faccia anche se lei finge di fare come la volpe che non arrivava all’uva.

Del resto non puoi pretendere di tenerti stretta la teppaglia fascista in Italia, anche quella più giovane, e pretendere rispetto in Europa.

Non solo: non puoi dire per anni e anni che l’Unione Europea è un fallimento completo e pretendere che la stessa Unione Europea ti accolga a braccia aperta. Anche perché l’Europa ha dato all’Italia qualcosa come 200 miliardi di euro con il PNRR, che sono i soldi che hanno permesso al nostro paese di crescere più di Francia e Germania e di ridurre la disoccupazione. Ma questo la Lega e Fratelli d’Italia non lo dicono, perché erano contrari al PNRR.

Insomma, non puoi sputare nel piatto dove mangi e pretendere che gli altri ti aprano le braccia.

La Meloni, in questi due anni, ha flirtato con la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, continuando però a parlar male dell’Europa. Ha abbracciato Orban e ha strizzato l’occhio a Marine Le Pen, i più feroci antieuropeisti. In Europa ha finto di tendere le mani, ma in patria ha continuato a tendere il braccio…

Così alla fine questo doppio gioco è stato smascherato e, grazie a lei, siamo tornati ad essere, come nel 2011 con Berlusconi, l’ italietta di sempre, fuori dai centri decisionali, emarginata e guardata con sufficienza, se non con sospetto.

Speriamo che gli italiani non debbano pagare questa inadeguatezza come, appunto, nel 2011, quando dovettero sottoporsi a una cura economica da cavallo che ha conseguenze ancora oggi.

Luciano Arciuolo

 

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