Sono passati quattro anni tra crisi economiche ed emergenze sanitarie ma come si suol dire ”sembra ieri”. Con la fortuna di avere a disposizione come tutti tecnologie e smart phone, video in diretta e comunicazioni di altri social network, la cura alla nostalgia per l’assenza dall’Alta Irpinia oggi è sempre più efficace.
In particolare il mio legame con Bagnoli Irpino e Montella si é concretizzato nel 2018 quando sono risalito sul Laceno per ristrutturarmi l’anima. Montella e Bagnoli sono come il bue e l’asinello che soffiano calore umano sul lago anche quando non é ghiacciato come spesso di questi tempi. Difficilmente si assisteva a frequenti nevicate come in questi anni, nei quali speravo di riaffondare le bacchette sul Rajamagra e scivolare come quando ero bambino, dai rifugi con le braci sempre in funzione, alle file agli skilift fino ai rumori giù alla Baita, tra il rumore delle auto, gente in tuta che cambia gli scarponi e la radio della seggiovia che gracchiava tra i faggi. Mi accompagna ancora il rumore delle corde della seggiovia e il suono dei cavi al passaggio di ogni pilone, che rimbalzava al passaggio delle rotelle le panche in quelle sospensioni gelate che ti portano in cima. Dalla seggiovia vedevi le orme dei lupi che avevano marcato il territorio durante la notte scorsa sapendo di non poterli incontrare nemmeno se ti tuffavi improvvisamente staccandoti gli sci come faceva ogni tanto qualche pazzo che si avventurava nei fuoripista.
In questa attesa di poter dedicarmi nuovamente a uno degli sport più belli, ammazzo la nostalgia salutando l’amico Tobia del Caliendo al Residence, Peppe della Lucciola e la sorella Teresa alla filiale delle Poste, Gino dell’omonima pizzeria ed in particolare il fratello Franco che é un vero amicone e mi ha ospitato preparando una pasta e patate ineguagliabile; così gli amici del bar pizzeria di Gino come Filippo che con le carte napoletane non te la dà mai vinta. In piazza saluto Franco della Pro Loco a Bagnoli e Franco Sarni della ricevitoria a Montella. Altro personaggio “francamente” da salutare è l’ubiquo “Moser” , oltre gli amici pastori Carmine, Alessio e Antonio; senza dimenticare la cortesia di Carlo Trillo e Angelo Memoli spero presto di poter tornare al bar Italia una di queste sere e ritrovare lo stesso Mimmo Nigro per parlare delle iniziative e attività di Palazzo Tenta.
Antonio Cortese
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