Nell’Archivio Storico dell’Abbazia del Monastero di Montevergine si conservano i documenti riguardanti la Famiglia Bruni di Bagnoli” ci informa lo storico avellinese Armando Montefusco, che continua “Questi documenti ci hanno consentito di riscoprire personaggi straordinari che in ogni campo hanno onorato l’Irpinia. Ricostruendo, infatti, la genealogia della famiglia Bruni, abbiamo potuto constatare che essa si intreccia, mediante vincoli di parentela, con molti illustri personaggi. Indubbiamente ogni paese d’Irpinia vanta le sue glorie, ma pochi ne presentano un così gran numero come Bagnoli.”
Lo storico avellinese fa questa premessa al fascicolo ritrovato, che contiene la storia e la genealogia della famiglia Bruni. Nella stesura delle Memorie, forse si sono avvicendati vari componenti della famiglia; l’ultimo è stato Nicola Bruni, che nel 1771, all’età di 75 anni, si risolse a riordinare il materiale fino ad allora raccolto.
Ma subito dopo lascia l’incarico all’unico figlio rimasto in vita: “Rimanendomi dei figli maschi il solo Michele, al medesimo spetterà da oggi innanzi continuare la presente scrittura.” Nelle “Memorie di famiglia”, che fu una delle fonti di Sanduzzi, gli estensori del diario hanno ricordato vicende ed eventi anche esterni al casato. O addirittura accaduti in altre terre, come i due avvenimenti qui appresso riportati da Nicola Bruni. “Nell’anno 1744 fu la peste a Messina ed io che ero a Polignano, come governatore e giudice di questa città, fui incombenzato (1) per la vigilanza nella guardia marina del cordone che protesse quella comunità.”
“Nel mese di dicembre del 1763, in Montemiletto, una donna morì di fame, dicendo in vita di non aver denaro. E pure le furono trovati a dosso ducati sessanta (2). Ella per avarizia fu omicida di se stessa. Quindi con ragione Catone chiama l’avarizia e l’usura: homicidium.”
(dalle “Memorie di famiglia”). (3)
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- Scampai al contagio.
- Per dare un’idea del valore della somma posseduta da questa donna morta di fame, occorre sapere che un operaio manovale guadagnava in quel tempo circa 25 ducati l’anno.
- Se queste notizie, date in pillole dalla famiglia Bruni, interessano i lettori di Palazzo Tenta, potrei periodicamente riportarle sul sito e/o sul giornalino.
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